Essere Genitori
I terribili due anni: un periodo complicato, tra miti e realtà
Tutti i genitori hanno sentito parlare o affrontato in prima persona i “terribili due”. Ma di cosa di tratta? E come affrontarli? Ecco i nostri consigli.
29 novembre 2023
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I “terrible two”, come vengono chiamati in Inghilterra, sono una fase che i bambini attraversano solitamente tra i 18 mesi e i 3 anni.
È un momento della crescita complesso dove, tutto ad un tratto, quelli che sembravano dolci bebè, si trasformano in esserini capricciosi, che spesso hanno crisi di pianto inconsolabili e sanno dire solo “NO!”.
Scopriamo di più su questa delicata fase della crescita di ogni bambino insieme.
I terribili due anni: da leggenda a realtà
Finché non si entra nei terribili due, i genitori sono convinti - o ne hanno la speranza! - si tratti semplicemente di una leggenda.
Poi, da un giorno all'altro, i piccoli cambiano atteggiamento, vogliono imporsi e dire la loro. Niente di più normale.
Ci si sente sfidati e sopraffatti da questo importante cambiamento, ma in realtà è il modo che hanno i bambini di scoprire ed esprimere le emozioni in un particolare passaggio evolutivo della loro crescita.
È questo, infatti, il momento in cui i bimbi scoprono di essere degli individui singoli, separati dalla madre, e di avere dei desideri e una personalità che emerge in maniera quasi violenta, trovandosi al centro di un turbine di emozioni che però non è in grado di gestire.
È attorno ai 2 anni che iniziano a voler essere indipendenti e hanno frequenti sbalzi emotivi, che portano però allo scontro con il genitore.
Affrontare le emozioni nei terribili due
I 2 anni diventano così l'età del “no”, dell'opposizione e della collera. Il bambino inizia a pronunciare più spesso il pronome “io”, si riconosce allo specchio, percepisce la propria unità corporea e comincia a sentirsi una persona dotata di pensiero e una volontà, separata dalla madre, dal padre e dalle altre figure di riferimento.
Il capro espiatorio che solitamente è prediletto in questa fase di affermazione e opposizione è la mamma, ovvero la persona con cui il bambino ha più confidenza e con cui si sente maggiormente libero di esprimersi.
Queste reazioni in realtà racchiudono principalmente le paure e le insicurezze del piccolo: da un lato, infatti, il bambino ha il desiderio di avventurarsi alla scoperta del mondo che lo circonda, ma dall'altro ha paura di sapere quello che troverà.
È una fase evolutiva di fondamentale importanza, una vera e propria palestra in cui il bambino si allena per imparare a gestire le frustrazioni e a controllare la sua rabbia.
Impiegherà del tempo per controllare i suoi impulsi emotivi, e i genitori dovranno assisterlo, lasciando che in questo tempo si compia la sua evoluzione, proponendogli strategie vincenti e soluzioni socialmente accettabili.
È sicuramente utile evitare di considerare gli atteggiamenti ostili del bambino come una sfida e intenderli piuttosto come un tentativo di capire come funziona il mondo.
Si dovrebbe inoltre essere sufficientemente forti per sostenerli e supportarli durante i momenti di difficoltà e gli sbalzi d'umore, per esempio cercando di prevedere e anticipare situazioni che sappiamo possano scatenare crisi di pianto e nervosismi.
Aria aperta e coccole: qualche suggerimento per i terribili due
Nei periodi più complessi può essere utile limitare, per esempio, la frequentazione di ambienti chiusi, affollati e troppo stimolanti, dove il bambino tende a stancarsi rendendolo più facilmente irascibile e nervoso.
Prediligete luoghi all'aria aperta: la natura rilassa le tensioni, calma, rassicura e offre infinite possibilità di sperimentazione.
I bambini hanno bisogno di muoversi molto, è importante quindi proporre occasioni motorie anche in casa oltre che all'esterno, da associare a successivi momenti di rilassamento: coccole, musica calmante o letture.
Un compito basilare è anche aiutare il bambino ad arginare le energie.
La routine è una rassicurazione per il piccolo, ed è qui che può trovare al meglio le risposte alle sue insicurezze.
Cosa fare nei momenti di crisi
Cosa fare quando accadono degli episodi di rabbia o di crisi?
Accoglieteli, cercando di fare leva sulla vostra pazienza. Fatelo anche fisicamente, con un abbraccio, se vogliono essere toccati, o con una parola gentile, se non si lasciano avvicinare.
Dimostrate di essere comprensivi e disponibili all'ascolto, passando il messaggio giusto: “Sono qui per te, capisco che sei arrabbiato e lo accetto”.
Se durante la fase oppositiva vogliono fare tutto da soli, provate a farvi aiutare, così che compiano alcune azioni in autonomia, come apparecchiare la tavola, mangiare, andare in bagno, infilarsi le scarpe, o facendo sì che affrontino qualche problema senza l'intervento di una figura adulta.
La cosa migliore da fare è tranquillizzare il bambino: una volta calmo potrà rendersi conto dell'emozione che ha provato e del vissuto che ha sentito.
Infine, quando arrivano i “terribili due”, ricordiamoci sempre che il compito dei genitori è quello di porre limiti per inquadrare ed educare i bambini, ma il loro ruolo è anche quello di oltrepassarli per crescere.
Terribili due: una fase tanto stancante quanto importante, perché è qui che prende forma la personalità del bambino. Il segreto è una gestione equilibrata, fatta di libertà, di sperimentazione, ma anche di educazione e regole.