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Tocofobia: come affrontare la paura del parto
Paure e insicurezze sono molto comuni durante la gravidanza, ma quando diventano eccessive, rischiano di intaccare la salute della futura mamma.
13 febbraio 2024
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Uno dei maggiori timori che le donne incinte, o che cercano un bebè, hanno è quella del parto.
Raccontato da mamme, nonne e amiche come un evento sì emozionante ma allo stesso tempo molto doloroso, è un pensiero ricorrente nelle donne in procinto di affrontarlo, diventando in alcuni casi una paura eccessiva e irrazionale.
Questo fenomeno viene definito tocofobia e richiede un processo di aiuto e supporto verso la futura madre affinché giunga al momento del parto con la maggiore serenità possibile.
Come fare? Ecco alcune indicazioni utili.
Informarsi per affrontare la tocofobia
Partecipare al corso preparto insieme ad ostetriche e personale specializzato, che ogni giorno vedono donne partorire, è molto utile per conoscere quello che ci aspetta.
Sapere nei dettagli come funziona il processo del parto, i suoi aspetti medici e quelle che saranno le pratiche ostetriche, può aiutare a ridurre l'ansia notevolmente.
L'ideale non è informarsi in autonomia ma, appunto, affidarsi a esperti del settore che possano spiegare passo passo cosa succederà e dare così alla futura mamma gli strumenti psicologici utili per affrontare il parto.
Il partner è fondamentale
Il papà è importantissimo nel momento del parto.
Deve stare vicino alla sua compagna e affrontare con lei ogni momento, sostenendola e condividendone le preoccupazioni e, successivamente, alleggerendo le fatiche quando può.
Ma non è solo lui ad essere fondamentale: si possono condividere le proprie preoccupazioni con persone fidate, che siano le amiche o la mamma, sentendo i loro racconti e ricordando che molte donne hanno avuto la stessa esperienza e sono riuscite ad affrontarla.
La salute mentale al primo posto
Se la tocofobia crea episodi di ansia o agitazione, e influenza eccessivamente la gravidanza, si può considerare la possibilità di parlare con un professionista della salute mentale specializzato in disturbi dell'ansia, o con un consulente per il parto.
Sono medici preparati che aiuteranno la mamma a scardinare le proprie convinzioni negative e irrazionali sul parto, permettendole di identificarle e sostituirle con pensieri più realistici e positivi, come l'incontro tanto atteso con il suo bambino e la possibilità finalmente di abbracciarlo e di iniziare una nuova vita.
Ridurre lo stress
Sentiamo spesso parlare di meditazione, respirazione profonda, rilassamento: sono tutte tecniche utili quando l'ansia arriva ad un livello troppo eccessivo, per contenerla e a far sì che ci si concentri solo sul proprio respiro e sul proprio corpo.
In questo modo si eviterà che i disagi sfocino in crisi di panico o momenti di grande difficoltà associati alla tocofobia.
Online si trovano diversi video che possono guidare nel rilassamento.
Non è necessario essere preparati o esperti: basterà sdraiarsi comode, chiudere gli occhi e seguire le indicazioni di un esperto.
Pianificare il parto
Spesso la tocofobia deriva dall'impossibilità di controllare un evento così impegnativo come il parto: quando accadrà? Dove sarò? Avrò dolore? Quanto durerà? Sarò in grado di affrontarlo? E se ci fossero complicazioni?
Sono tante le domande che la mamma si pone e, purtroppo, fino al momento del parto nessuna potrà avere risposta.
Pianificare adeguatamente quello che è possibile gestire nell'iter del parto, darà sicurezza e creerà nella mente uno schema da seguire.
Visitare la sala parto
Quasi tutti gli ospedali ultimamente permettono di visitare le sale parto e di scoprire quali sono i protocolli e i vari step che l'equipe medica seguirà durante il travaglio e poi, successivamente, nel momento delle spinte.
Vedere il luogo dove avverrà, permette alla mamma di familiarizzare e di visualizzare nella sua mente quello che potrà accadere, dando una sensazione maggiore di tranquillità.
Tocofobia e richiesta del parto cesareo
La tocofobia può sfociare nella richiesta da parte della mamma di un parto cesareo.
In alcuni casi vengono coinvolti anche gli psicologi, chiamati a certificare una condizione clinica effettiva che possa andare a sostegno della richiesta della donna.
L'OMS si è pronunciato su questo tema nel 2018, sottolineando come, in mancanza di indicazioni mediche specifiche di rischio per mamma e bambino (come ad esempio se il bebè è podalico o se c'è una placenta previa) sia consigliabile sempre suggerire un percorso di parto naturale per i minori rischi che comporta.
È comunque fondamentale affrontare il discorso con il proprio medico di fiducia che aiuterà la donna a trovare la strada giusta per se stessa e per il proprio bimbo.
La gravidanza è un evento di evoluzione e cambiamento, dove le certezze lasciano spazio a dubbi e timori. Non avere paura di rivolgerti a esperti e professionisti che possano aiutarti a vivere questo momento con più tranquillità.